Answer

-English version-

After fighting with the roman, Takeshi immediately thought that even the soldier like him was not a native of the place. After all, his opponent was using poor quality equipment to belong to the civilization that had built the huge gray houses. Very calmly, Takeshi leaned towards the ground and with his left hand began to dig a small hole. Once finished he respectfully took the decapitated head of the opponent and he placed it inside making sure his eyes were closed.

"I hope that in the other world you can atone for the dishonor gathered in this one."

He closed the hole and finally put a stone big like a fist on it. After a minute of silence he thought 'I'm hungry'. The samurai got up without the slightest effort and started to scrutinize the surrounding environment with careful attention.

"Hey. You there in the bush. Get out immed-"

From the bush the only thing that came out was an arrow that as fast as the wind rushed towards Takeshi's head. He calmly bent his head slightly to the left and dodged the arrow.

"You are precise in your aim."

He said just before a shallow scratch appeared on his right cheek.

"I'll say it again. Get out. I don't want to fight."

A roar of leaves preceded three arrows launched one after the other almost in unison. Takeshi's calm turned into extreme concentration. He extracted the Katana in less than a second and with a single fluid movement intercepted and swerved all three arrows. Immediately after that a little girl came out and because she realizing she could do nothing against the samurai, she prostrated herself. Takeshi, who was about to throw a blow in the direction of the small figure spilling from the bush, stopped as soon as he realized that his opponent was humbly apologizing for his outrageous behavior. The petite girl appeared to be dressed unusually to the mature samurai. A silky and tight green cheongsam with a dragon embroidered in golden thread.

"Stand up."

He said as he sheathed his sword

"I'm not going to kill you, stay calm. What's your name? Are you a warrior woman? Are you Chinese?"

While the girl stood up, Takeshi turned away from her and headed for a strange metal support that he had noticed earlier. He looked like one of those strange tools that nanbams called chairs. Only much wider and slightly lower.

"Don't play with your luck. Instead, answer my questions."

The girl who meanwhile had picked up a dagger. She stopped and dropped it to the ground.

"My name is Shuan. No, I'm a hunter. Yes."

The girl answered militarily. Takeshi, who in the meantime had reached the unknown type of chair, removed his katana from his belt and sat down to rest his sword on his knees. Finally he could see the girl's face. About five feet high, the girl showed childish traits and a body that was not at all developed. His sharp eyes watched Takeshi with fear and anger.

"How old are you?"

The girl felt a shudder of fear run down her back and she answered while she stammering.

"T-Twelve years old. Mr. samurai, can I ask you a question?"

Before she died she had decided to take off this little curiosity.

"Tell me."

"How do you get to know Chinese so well?"

Everything stopped around Takeshi. He did not expect to receive the answer of a question he had never asked. How did that soldier know how to speak Japanese? Why had the child asked him why he knew how to speak Chinese so well?

-Italian version-

Dopo aver combattuto con il romano, Takeshi pensò immediatamente che il soldato esattamente come lui non era un autoctono della zona. Dopotutto il suo avversario utilizzava equipaggiamenti di scarsa qualità per appartenere alla civiltà che aveva costruito le enormi case grigie. Con estrema calma Takeshi si abbassò verso il suolo e con la sua mano sinistra iniziò a scavare una piccola buca. Una volta finita prese rispettosamente la testa decapitata dell'avversario e la poggiò dentro accertandosi che gli occhi fossero chiusi.

"Spero che nell'altro mondo tu possa espiare il disonore raccolto in questo."

Chiuse la buca e alla fine gli mise una pietra grossa come un pugno sopra. Dopo un minuto di silenzio pensò 'Ho fame'. Il samurai si alzò senza la minima fatica e con fare attento riprese a scrutare l'ambiente circostante.

"Ehi. Tu lì nel cespuglio. Esci immed-"

Dal cespuglio l'unica cosa che fuoriuscì fu una freccia che veloce come il vento si scagliò in direzione della testa di Takeshi. Quest'ultimo con molta calma piegò leggermente il capo verso sinistra e schivò la freccia.

"Hai un ottima mira."

Disse poco prima che un poco profondo graffio apparve sulla sua guancia destra. Con voce mite disse.

"Ti rinvito ad uscire dal luogo in cui ti nascondi. Non voglio combattere. Voglio solo capire dove mi trovo."

Uno scrosciare di foglie precedette tre frecce lanciate una dietro l'altra quasi all'unisono. La calma di Takeshi si trasformò in estrema concentrazione. Estrasse in meno di un secondo la Katana e con un movimento unico e fluido intercettò e deviò tutte e tre le frecce. L'istante successivo una ragazzina uscì all'esterno e dopo aver capito di non poter nulla contro il samurai si prostrò. Takeshi, che stava per scagliare un fendente in direzione della piccola figura fuoriuscita dalle sterpaglie, si fermò non appena si rese conto che l'avversario stava chiedendo umilmente scusa per il suo comportamento oltraggioso. La minuta ragazza appariva vestita in maniera inusuale al maturo samurai. Un setoso e attillato cheongsam verde con un drago ricamato in filo dorato.

"Alzati"

Disse mentre rinfoderava la sua spada

"Non ho intenzione di ucciderti tranquilla. Come ti chiami? Sei una donna guerriera? Cinese?"

Mentre la ragazzina si alzava, Takeshi le diede le spalle per dirigersi verso uno strano sostegno di metallo munito di spalliera che aveva notato poco prima. Sembrava uno di quegli strani arnesi che i nanbam chiamavano sedie. Solo molto più larga e lievemente più bassa.

"Non giocare con la tua fortuna ragazzina. Piuttosto, rispondi alle mie domande."

La ragazza che nel frattempo aveva preso in mano un pugnale. Si bloccò e lo fece cadere al suolo.

"Mi chiamo Shuan. No, sono una cacciatrice. Si."

Takeshi che nel frattempo aveva raggiunto la sconosciuta tipologia di sedia si tolse la katana dalla cinta e si sedette per poi poggiare la spada sulle sue ginocchia. Finalmente poteva vedere il volto dell'attentatrice. Alta circa un metro e cinquanta, la ragazzina mostrava tratti bambineschi e un corpo per nulla sviluppato. I suoi occhi taglienti osservavano Takeshi con timore e rabbia.

"Quanti anni hai?"

La ragazzina sentì un brivido di paura percorrerle la schiena e balbettando rispose.

"D-Dodici anni. Signor samurai, posso farle una domanda?"

Prima di morire aveva deciso di togliersi questa piccola curiosità.

"Dimmi."

"Come fa a conoscere così bene il cinese?"

Tutto attorno a Takeshi si fermò. Non si aspettava di ricevere la risposta di una domanda che non aveva mai posto. Come faceva quel soldato a saper parlare il giapponese? Perché la bambina gli aveva chiesto come mai sapesse parlare così bene il cinese?