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Vigilia di Natale

Harry era felice.

Harry era fottutamente felice.

Harry era meravigliosamente fottutamente felice.

Aveva incontra Louis, il suo ragazzo, lo stesso giorno di tre anni fa e da allora si definisce la persona più fortunata dell'intero universo.

Louis ha ventitre anni invece lui ne deve compiere ventidue; il loro primo incontro è stato letteralmente un casino, ma un fantastico casino; ma questo è un discorso che affronteremo più tardi. Per adesso concentriamoci sul presente.

Appena aver aperto gli occhi si rese conto di due cose: che faceva un freddo cane, d'altronde era il ventitré dicembre, appena ti toglievi la coperta il freddo ti entrava fin dentro alle ossa; e che l'altro lato del letto era vuoto. 

Sul cuscino, al posto della solita massa di capelli lisci a cui era abituato, ci trovò un post-it che citava "Dove tutto ha avuto inizio".

Harry instintivamente cominciò a ricordare con un sorriso stampato in volto.

Tre anni prima 

Harry camminava frettolosamente per le famigliari strade di New York, in cerca di un supermercato aperto ventiquattr'ore su ventiquattro; ovviamente aveva rimandato tutti i preparativi per la cena della vigilia di Natale all'ultimo minuto, e adesso si era ritrovato con il frigo vuoto ed un intero esercito da sfamare;sua sorella Gemma aveva avuto tre figli con suo marito Jonathan, di nome Gabriel, Destiny e Melody, in più si aggiungevano anche tutti i fratelli/sorelle dei genitori e anche sono pensare a che cosa preparare non era un compito semplice.

Mentre camminava guardava con la coda dell'occhio tutti quei negozi con la vetrina piena pezzi di gioielleria varia, gli era sempre piaciuto indossare gli anelli, lo facevano sentire bene. Magari si sarebbe fatto un regalo di Natale da solo prendendone uno.

O forse una collana, quella piccola con un aeroplanino di carta non gli dispiaceva affatto. 

Dopo dieci minuti già voleva tornare a casa ed avvisare che avrebbe preso delle pizze d'asporto, lo fece desistere la reazione che avrebbe avuto Gemma.

Dopo venti minuti di camminata già si era stancato, glielo diceva sempre Niall, il suo migliore amico, che aveva l'autonomia di un cucciolo di cane.

Dopo mezz'ora era disposto a pagare un passante affinchè gli facesse lui la spesa.

Dopo quarantacinque riuscì a trovare un piccolo supermercato, uno di quelli grandi quanto un bagno chimico; ma sinceramente non gli interessava molto; quello che voleva era andare a casa a mettersi davanti alla stufetta.

Appena entrato si trovò piacevolmente sorpreso, per quanto potesse essere piccolo quel posto, era rifornito di ogni cibaria immaginabile. In più là dentro c'era un calduccio che non gli dispiaceva

Decise velocemente le ricette da fare; pollo arrosto, lasagna, cotolette e patatine fritte gli sembravano più che perfetti per una cena di Natale. Dopo essersi assicurato di aver preso tutto dalle varie corsie, si recò velocemente alla cassa.

Poi accadde.

Uno sguardo.

Cinque secondi.

Un battito di giglia.

Gli bastò per fargli memorizzare la sfumatura del blu oceano di quegli occhi.

Un respiro bloccato.

Il suo sguardo è sceso lentamente su tutti i dettagli del viso del proprietario di quei occhi che l'hanno catturato subito.

Un mezzo sospiro emesso.

Da li tutto cambiò. 

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