1 Capitolo 1 L'ascesa

La nostra storia iniziò nell'estate del 2017, quando due amiche appena diciassettenni finirono l'ultimo giorno di quell'anno scolastico.

La prima si chiamava Sara, aveva un carattere molto allegro che faceva sentire bene anche chi gli stava attorno, i suoi capelli erano corti e castani abbinati a dei accesi occhi verdi smeraldo.

L'altra ragazza era Anna, sembrava essere l'opposto della sua amica, infatti era molto distaccata da tutti, non usciva mai e l'unica persona con cui parlava con piacere era proprio Sara.

Aveva i capelli lunghi e neri, proprio come i suoi occhi.

<<Finalmente! Tre mesi di vacanza. Anna, hai già in mente cosa fare in queste vacanze estive?>>

Chiese Sara col sorriso sulle labbra per la felicità di aver appena finito la scuola.

<<In realtà no.>>

rispose lei abbassando lo sguardo.

<<Oh… beh… quindi, se sei libera oggi, vuoi provare una cosa che ho trovato su internet?>>

<<Di che parli?>>

<<Non ha un vero e proprio nome, però la gente lo chiama "il gioco dell'ascensore", dicono che, grazie a quest'ultimo, si possa addirittura arrivare nel regno dei morti>>

<<Sarà una delle solite balle.>>

<<Eddai! Perché non provarlo?!>>

Disse Sara chiaramente infastidita dalla reazione fredda di Anna.

A quel punto, la ragazza dai capelli neri si sentì obbligata a prendere parte a ciò che per lei era solo una perdita di tempo.

<<Ok! lo proveremo, basta che non ti arrabbi.>>

<<Siiiii!>>

Un urlo di gioia si poté udire anche da metri di distanza.

<<Allora ti aspetto a casa mia oggi.

Dove abito io c'è un ascensore di 10 piani, indispensabile per il gioco.>>

Sara disse prima che le due si separarono momentaneamente.

La ragazza dai lunghi capelli neri tornò a casa sua, e bussò alla porta, ma inaspettatamente non aprì nessuno.

Che strano, sono le 14 e 30, di solito mia madre è a casa a quest'ora.

Allora, Anna aprì la porta con le chiavi di riserva, e poi entrò.

Casa sua era abbastanza piccola e le mura che la formavano erano perlopiù grige con qualche tonalità blu scuro.

Qualsiasi persona avesse messo piede lì, avrebbe giurato che fosse abbandonata.

Effettivamente in quel momento la casa era vuota, se non fosse che in cucina la ragazza notò uno scatolone di pizza surgelata, e subito dopo le arrivò sul cellulare un messaggio proprio da parte di sua madre.

"Scusami, oggi ho un impegno urgente a lavoro, tornerò stasera.

In ogni caso, ti ho preso qualcosa da mangiare per oggi, non è il massimo, ma spero ti vada bene.

Ci vediamo stasera."

Questo era ciò che riportava il suddetto.

(Capisco, per fortuna ho qualcosa da fare oggi.)

Ella pensò prima di riscaldare il suo pranzo con il forno a micronde.

Dopo quel che sarà stato un quarto d'ora, la pizza fu pronta e la ragazza ne mangiò un pezzo.

Una volta finito Anna si preparò ad incontrarsi di nuovo con Sara.

Prima di uscire di casa, però, l'occhio le cadde su una foto di suo padre, ormai morto in un incidente dieci anni fa.

Quel giorno rimase per sempre impresso nella memoria della ragazza, difatti, lei fu proprio lì.

(E pensare che dovevo essere io quella investita, ma tu mi hai salvata all'ultimo, ogni tanto... vorrei che fossi morta io quel giorno.

Ora devo andare prima di deprimermi ancora.)

Arrivata al palazzo dove abitava la sua amica, Sara fu già fuori ad aspettarla.

<<Eccoti finalmente! Ce ne hai messo di tempo.>>

Quest'ultima esclamò sempre piena di entusiasmo e aspettative per ciò che stavano per fare.

Una volta entrate nel condominio e preso uno degli ascensori, le due amiche potettero finalmente cominciare il rito.

Per prima cosa Sara premette il tasto per andare al secondo piano.

<<Sicura di quel che stai facendo?>>

<<Tranquilla, Anna! Ho tutto scritto qui.>>

Rispose indicando il suo smartphone che mostrava una pagina online dedicata a questo "gioco".

Intanto, le due arrivarono finalmente al secondo piano, poi, per continuare, Sara schiacciò il tasto del sesto piano.

L'ascensore iniziò di nuovo a salire, e con esso salì anche l'ansia e la paura in Anna.

E se funzionasse? Andrà tutto bene? Ma si… tanto non può funzionare.

Alla fine, il resto del rito procedette abbastanza velocemente, con le due amiche che rimasero in silenzio.

<<Questo è l'ultimo passaggio, una volta premuto il pulsante del primo piano, scopriremo se davvero ci porterà nel regno dei morti.

Sei pronta? Anna.>>

Dal tono della sua voce si poté facilmente notare che anche Sara iniziò ad essere nervosa.

<<Si! Sono pronta!>>

Detto ciò, la ragazza dagli occhi verdi si apprestò a premere quel pulsante, quando però, scivolando premette quasi tutti i pulsanti dell'ascensore.

<<Oh no! Ho rovinato tutto!>>

<<Dai non fa niente.

L'importante è che non ti sei fatta male, così possiamo sempre riprovare.>>

Anna cercò di consolare la sua amica, anche se in realtà, fu piuttosto sollevata per quell'errore, ma quando vide per bene Sara, notò un dettaglio inquietante.

<<Sara, p-p-perché stai diventando più trasparente?!>>

<<Anna… anche tu… stai scomparendo.>>

A questo punto, la ragazza, con le lacrime agli occhi, controllò immediatamente le sue mani, ma queste non furono trasparenti come la sua amica.

La paura crebbe in entrambe mentre, agli occhi di Anna, Sara continuò ad essere sempre meno visibile.

<<Sara...>>

finché, ella scomparve del tutto.

Anna non ebbe neanche il tempo di realizzare ciò che successe che l'ascensore iniziò a tremare.

<<Cosa… perché succede questo? È… un incubo?>>

Il tremolio dell'ascensore pian piano si trasformò quasi in un terremoto, fino a quando, si poté udire il classico suono ad indicare l'arrivo a destinazione.

Ma qual'era la destinazione? Questo era ciò che incuteva ancora più timore nella ragazza ormai sola.

Una volta che le porte dell'ascensore iniziarono ad aprirsi, il cuore di Anna si fermò per un secondo, prima che quest'ultima si rese conto del luogo in cui fu portata.

La prima cosa che saltava all'occhio era la luna piena in mezzo al cielo notturno coperto di stelle, e la seconda era l'entrata di una strana foresta che non prometteva nulla di buono.

(L-la luna?! Ma era giorno fino a due secondi fa…)

pensò la ragazza prima di incamminarsi in questo luogo ignoto.

Ella camminò per un po' senza mai entrare nella foresta per la troppa paura.

Qualcosa, però, iniziò a muoversi, la ragazza infatti sentì dei passi di qualcuno che provenivano proprio dalla foresta, fino a che vide due figure umanoidi avvicinarsi a lei.

Ad un occhiata più attenta si poté notare che i loro copri erano coperti da dei peli grigi, e in più la vista di una coda dissipò ogni dubbio.

Erano… dei lupi mannari.

Anna corse più che poteva nella direzione opposta senza voltarsi mai.

(Ma cos'è? Un incubo! Non ha importanza adesso, devo correre! Devo correre!)

Ella, però, arrivò in un vicolo cieco, una scogliera dove all'orizzonte fu visibile solo il mare, e quando si girò, notò che i due lupi mannari la seguirono fino a lì.

Ormai non seppe più che fare, cercò di indietreggiare il più possibile mettendo le mani avanti, ma anche lei sapeva che serviva solo a rimandare l'inevitabile.

(Forse… se mi butto ho qualche chance di sopravvivere.

No! Devo trovare un altro modo.)

Prima ancora che potesse pensare ad altro, una terza figura, questa volta umana, arrivò alle spalle dei lupi mannari, e li decapitò entrambi con un solo colpo della sua katana.

La ragazza rimase senza parole, sembrava una scena di un manga, invece era tutto vero.

La figura, poi, si avvicinò a lei, permettendola di vederlo meglio.

Era un ragazzo degli strani capelli neri che coprivano uno dei due occhi azzurri, e nonostante la forza mostruosa mostrata poco fa, sembrava abbastanza esile.

Uno sguardo freddo si posò sulla ragazza, prima che il suo salvatore aprisse bocca.

<<E tu chi sei?>>

CONTINUA

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