10 The abode of the dragon

-English version-

It is said that in the past. In an area of ​​the Far East there was a man obsessed with creating the perfect sword. For decades the man struck the anvil with his hammer without ever getting what he wanted. He even went so far as to ask a visionary for help. But all he got was little more than ordinary. What man wanted instead was extraordinary. One day, passing through a remote village, he met a man who trained his son in a strange martial art. The father's movements were not normal ... They were wide and weak.

"Excuse me," said the old blacksmith in a feeble voice.

The father and the boy turned to the man and silently waited for the question to follow.

"What martial art are you practicing?" He approached the two holding on his stick.

"It doesn't have a name. Only members of the Kyotoryuu family can use it. So it wouldn't make sense to give it a name." The boy's father sternly replied politely.

"Do you mind if I watch you from here?" The old man answered smiling.

"Actually yes, but we won't let you move if you decide to stay."

For every remaining day of his life, the old man went to observe the training of that martial art which at the end of his days he defined as "The perfect sword that he tried to create, but that already existed."

Kyotoryuu.

In the middle of the city there was a boy just 15 years old. Extremely tall for his age. His black eyes like his hair, which reached his bottom, were in contrast with the white color of the walls of the buildings of the gray city. Her unusual clothes are reminiscent of a complex red and black tunic. Amazed, he walked through the huge streets. There was no confusion in his eyes ... only annoyance.

"I have to continue my training. I can't be stuck here for much longer. My father will get mad. The problem is that I don't know how I got here!"

"FIRE!!!" All of a sudden a volley of bullets started from above the ascent in which he was, one of the dozens of bullets that exploded struck him in the shoulder.

"Got it! Let's go see if he's dead." seven men dressed in well-stitched blue, white and red uniforms went where the boy should have been found. But apart from a small stain of blood they found nothing. The smoke from the rifles had concealed his movements.

"What the heck of swords are you holding?" From behind the boy's voice frightened the group of soldiers. They jumped back to get away from the boy.

"Unsheath your sabers !!!" After the man ahead of them all shouted, the rest of them followed orders without batting an eyelid.

"Sorry boy, but here it is to kill or be killed. To the attack !!!" at the same time 6 of the 7 riflemen assaulted the boy who made a frightening grin. The first man who assaulted him made a large vertical slash that would have failed regardless of the movement that the opponent had made. The boy, motionless, waited for the sword to finish its path to grab the wrist of the first assailant and after a strong squeeze break it. Immediately afterwards, instead of running away, he took a sudden step forward and with the same hand with which he had broken the wrist of the previous enemy, he pierced his opponent's chest. The position of the hand was open and compact, vaguely reminiscent of a blade.

"What the heck!" the other five soldiers stopped instantly. But this did not stop the boy who with a large rotation of the body hit the throats of the remaining four assailants who had surrounded him by now, unable to breathe, fell to the ground destined for an atrocious and slow death by suffocation. The last one left was the one who hadn't made the saber attack. In the meantime, however, he had loaded the rifle and from close range fired a shot that pierced the boy's arm.

"Hey! You hurt me!" As if nothing had happened, the boy continued to walk slowly towards the soldier who shot him.

"What the heck are you !?" Seized with terror he started to load his rifle again ... But no shot went off.

-Italian version-

Si narra che in passato. In una zona dell'estremo oriente vi era un uomo ossessionato dalla creazione della spada perfetta. Per decenni quell'uomo batté sull'incudine con il suo martello senza mai ottenere ciò che desiderava. Arrivò addirittura a chiedere aiuto ad una veggente. Ma tutto ciò che ottenne era poco di più che ordinario. Ciò che invece desiderava l'uomo era straordinario. Un giorno passando per un paesino sperduto incontrò un uomo che addestrava il proprio figlio in una strana e ai suoi occhi inefficace arte marziale. I movimenti del padre non erano normali... Risultavano ampi e fiacchi.

"Mi scusi" disse con voce flebile l'ormai vecchio fabbro.

Il padre e il bambino si girarono verso l'uomo e in silenzio attesero la domanda che sarebbe seguita.

"Che arte marziale state praticando?" Si avvicinò ai due reggendosi sul suo bastone.

"Non ha un nome. Solo i membri della famiglia Kyotoryuu possono utilizzarla. Quindi non avrebbe senso darle un nome." Il padre del bambino con tono severo rispose con educazione.

"Vi dispiace se vi osservo da qui?" Rispose sorridente il vecchio.

"In realtà si, ma non la faremo spostare se decide di rimanere."

Fu così che il vecchio per ogni giorno restante della sua vita andò ad osservare gli allenamenti di quell'arte marziale che alla fine definì come "La spada perfetta che provava a creare, ma che già esisteva."

Il Kyotoryuu.

In mezzo alla città vi era un ragazzino di appena 15 anni. Estremamente alto per la sua età. I suoi occhi neri come i suoi capelli, che lunghi gli arrivavano quasi al sedere, erano in contrasto con il colore bianco dei muri dei palazzi della grigia città. I suoi abiti inusuali ricordano una complessa tunica rossa e nera. Privo di stupore camminava in mezzo alle enormi strade. Non vi era confusione nei suoi occhi... solo fastidio.

"Devo continuare i miei allenamenti. Non posso rimanere bloccato qua ancora per molto. Mio padre si infurierà. Il problema è che non so come ci sono arrivato qua!"

"FUOCO!!!" Tutto d'un tratto una raffica di proiettili partì da sopra la salita in cui si trovava, uno delle decine di proiettili partiti lo colpì alla spalla.

"Preso! Andiamo a vedere se è morto." una decina di uomini vestiti con divise ben cucite di colore blu, bianco e rosso andarono dove si sarebbe dovuto trovare il ragazzo. Ma a parte una piccola macchia di sangue non trovarono nulla. Il fumo causato dai fucili aveva celato i suoi movimenti.

"Che diamine di spade sono quelle che avete in mano?" Da dietro la voce del ragazzo fece spaventare il gruppo di soldati. Che fecero un balzo all'indietro per allontanarsi dal ragazzo.

"Sguainate le sciabole!!!" Dopo che l'uomo più avanti di tutti gridò, gli altri eseguirono gli ordini senza battere ciglio.

"Scusaci ragazzo, ma qui è uccidere o essere uccisi. All'attacco!!!" contemporaneamente 6 dei 7 fucilieri assaltarono il ragazzo che fece un ghigno spaventoso. Il primo uomo che lo assalto realizzò un ampio fendente verticale che sarebbe andato a vuoto a prescindere dal movimento che l'avversario avesse fatto. Il ragazzo immobile aspettò che la spada finisse il suo percorso per afferrare il polso del primo assalitore e dopo una forte stretta romperglielo. Immediatamente dopo, invece di scappare fece un repentino passo in avanti e con la stessa mano con la quale aveva rotto il polso del nemico precedente perforò il petto del suo avversario. La posizione della mano era aperta e compatta, ricordava vagamente una lama.

"Ma che diamine!" gli altri cinque soldati si bloccarono all'istante. Ma ciò non fermò il ragazzo che con un ampia rotazione del corpo colpì le gole dei restanti quattro assalitori che ormai l'avevano circondato, impossibilitati a respirare caddero al suolo destinati ad un atroce e lenta morte per soffocamento. L'ultimo rimasto era quello che non aveva effettuato l'attacco con la sciabola. Nel frattempo invece aveva caricato il fucile e da distanza ravvicinata sparò un colpo che perforò il braccio del ragazzo.

"Ehi! Mi hai fatto male!" Come se niente fosse il ragazzo continuò a camminare lentamente verso il soldato che gli aveva sparato.

"Ma cosa diamine sei!?" Preso dal terrore iniziò a caricare nuovamente il suo fucile... Ma nessun colpo partì.