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Capitolo 1

Tra due giorni partirò con la mia famiglia in America, precisamente a Los Angeles, la città dove si trova il mio attore preferito, Jace Norman, colui che recita Henry Danger, uno dei miei programmi tv preferiti. Credo che sarà uno dei viaggi che ho sempre voluto fare in tutta la mia vita e finalmente il momento è arrivato e non vedo l'ora. Spero tanto di incontrarlo, anche se avrò dei dubbi.

Oggi con mia mamma siamo andate a fare acquisti per fare acquisti per il viaggio. Sono già consapevole di non sapere cosa mettere nella mia valigia, ma di sicuro non sarà poca roba.

Siamo entrate in negozio e ho visto dei bei vestiti, tra cui magliette, felpe, pantaloni. Ad un tratto mi si illuminarono gli occhi.

<<Mamma guarda!>> Dissi indicando un vestito bellissimo

<<cosa tesoro?>> Andai verso essa.

<<guarda questo vestito..è stupendo..>> venne verso di me, presi il primo che era davanti, solo per vedere com'è. Lo scrutai da ogni parte. Spero mi stia questo vestito, se non sarebbe un peccato!

<<si è bellissimo! Provalo!>> stetti ai suoi ordini e nei camerini a provarlo immediatamente.

*dopo cinque minuti*

<<allora..come sto?>> Apro la tendina e lo sistemo meglio.

<<è molto carino!>> Sorrisi <<dai lo prendiamo!>>

<<grazie mamma!>> ero entusiasta, quel vestito era davvero bello, mi stava anche bene.

Andiamo alla cassa per pagare, non sono stata in fila perché non avevo voglia. Girai un attimo lo sguardo e vidi Sara, la mia migliore amica.

<<hey come va?>> la salutai facendomi notare

<<ciao! Bene grazie, tu?>>

<<bene! Come mai qui? Scommetto che non hai niente da mettere e sei venuta qui per riempire l'armadio e la tua trousse di trucchi, visto che non sai mai cosa metterti o indossi le stesse cose>> dissi questo coscientemente, perché lei è fatta così.

<<ci hai preso brava, si sono venuta per quello>> appunto <<tu invece? Anche te la stessa cosa?>> si aspettava un si

<<n-no, cioè si ma anche perché due giorni parto per l'America e sto lì una settimana, quindi sono venuta qui per comprare qualcosa>>

<<oh wow! Fortunata! Anche io dovrei partire per l'America quest'anno, ma ancora non so quando...forse questo mese, non lo so>> ah non lo sapevo questo <<beh poi mi fai sapere, magari ci incontriamo>>

Intanto arrivò mia mamma con gli acquisti

<<ciao!>> disse a mi madre

<<ciao Sara! Come stai?>>

<<bene grazie...che hai comprato di bello?>> aprii la busta e vidi che ho comprato un sacco di roba, ma è solo l'inizio..

<<un vestito e altre robe, ma ho solo iniziato>> ridiamo insieme. <<tanto ti mostro tutto quando torno a casa>>

<<va bene, ciao buona continuazione!>>

<<grazie! Ciao!>> la salutai con la mano e uscii dal negozio.

Giro ancora per parecchio tempo, siamo piene di buste con dentro di tutto e di più.

Ora siamo sedute ai tavoli del McDonalds per cenare, visto che sono le 19.30 e mia mamma non aveva voglia di cucinare.

Ordinai le mie solite cose: un double cheese burger, coca cola zero e le patatine fritte e sei nuggets.

Tornammo a casa dal centro commerciale e chiamai subito Sara per farle vedere tutto quello che ho comprato ma soprattutto l'abito che ho preso, ne ho comprati anche altri, ma quello era il più bello: color rosso vino con spalline cadenti che ti lascia le spalle scoperte e un cinturino attorno con un fiocco davanti. Il vestito mi arrivava appena appena sopra le ginocchia.

*Durante la chiamata*

<<ho comprato anche un vestito!>>

<<fa vedere!>>

<<aspetta che lo cerco>> rovistai tra le buste

<<ho comprato anche una marea di pantaloni, un paio lo vedrai domani. Guarda>> girai lo sguardo e i pantaloni sono carini!

<<molto belli, comunque ho trovato il vestito! Ti piace" ho cercato di mostrarglielo nel miglior modo possibile.

<<è bellissimo, provalo! Intanto io mi provo i pantaloni>> ho girato il telefono con lo schermo verso il alto, stessa cosa Sara.

<<io ho fatto, com'è?>> avvicinò il suo viso sul telefono

<<ti sta benissimo>> non ero tanto sicura, mi sta bene però non lo so..

<<dici?>>

<<si! Lo porterai con te?>>

<<certo che si! Comunque ora vado che mia mamma mi sta chiamando, ci vediamo domani>>

<<ok! Ciao!>>

<<ciao!>>

*Fine della chiamata*

Chiusi io la chiamata perché mia mamma mi aveva chiamato per un favore.

Rientrai in camera mia e incominciai a vedere quali vestiti mettere in valigia, di sicuro il vestito, poi non so..ho comprato un sacco di cose e in più, sono una persona molto indecisa e insicura.

È passata mezz'ora e sono riuscita a scegliere dei capi da mettere in valigia, ci ho impiegato davvero tanto, non sapevo cosa metterci lì dentro e per fortuna ci è stato tutto.

Ero stanca morta, mi sono messa il pigiama e mi sono infilata sotto le coperte. Domani mi aspetta il mio ultimo giorno di scuola prima di partire.

"Driiiiiiiin Driiiiiiiiin"

La tentazione di lanciare la sveglia fuori dalla finestra è tanta, sembra che io abbia dormito poco. Stressarsi già di prima mattina non va bene, soprattutto per me che mi causano a volte conseguenze non molto belle.

Si fanno già le 7:15 e mi dirigo in cucina a fare colazione.

<<buongiorno>> dissi tra qualche sbadiglio. Mi strofinai gli occhi, giusto per rimanere un po' sveglia.

<<buongiorno tesoro>> disse mia mamma mentre preparare la colazione, dall'odore sembrava la frittata, la adoro.

<<buongiorno Jessica>> mancò mio padre a dirlo, si stava gustando il suo caffè in una tazza enorme, mi chiedo come faccia a bere così tanto caffè.

Ricambiai il saluto e iniziare a mangiare nel mentre girai su instagram.

Finii la mia colazione e salii in camera mia per prepararmi. Opto per una maglietta rosa spento con dei jeans neri e una felpa sopra. I capelli li ho lasciati sciolti.

Sono le 7:40. Meglio che mi sbrigo per andare a scuola..

<<vuoi un passaggio?>> propose mia madre

<<no grazie, vado a piedi>> misi la giacca e presi lo zaino.

<<stai attenta>> mi rassicura

<<si mamma>>

La salutai aprendo la porta di casa, mi incamminai verso scuola, ascoltando la mia playlist di canzoni americane a tutto volume, solo per state a contatto io e la musica, una delle cose che mi fa stare bene.

Arrivo all'entrata e vedo Matilde corrermi incontro, come tutte le mattine.

<<ciao Maty!>>

<<ciao! Novità?>>

<<si! Domani parto per l'America per una settimana!!>> spalanca gli occhi felice.

<<davvero!?>>

<<si! Te lo assicuro>>

<<poi fammi sapere com'è Jace dal vivo>> risi perché so che non avrò mai l'opportunità per incontrarlo dal vivo.

<<si certo come no? Tu sai che io ho sempre sfortuna nelle cose e ora mi dici questo? Dai su Maty>> si, sono una sfigata del cazzo che non ha mai fortuna nelle cose.

<<e credici per una volta! Se mai lo incontrassi, salutamelo! Se mai vi fidanzerete vo->> la interruppi <<Matilde, stai esagerando, ora andiamo dalle altre>> rise sotto i baffi e io alzai lo sguardo verso il cielo. Però...quanto sarebbe bello se io mi fidanzassi con lui, un sogno, che spero si avvererà, ma so che non sarà così..

La campanella suonò e tutti entrarono nell'edificio. Alla prima ora ho inglese, una delle mie materie preferite e ciò significa che sarà il momento perfetto per la notizia della mia partenza, alla mia prof a volte piace chiacchiere degli affari degli altri.

<<buongiorno>> dicemmo in coro appena la prof entrò.

<<buongiorno ragazzi>> si accomodò alla cattedra, rovistando nella sua borsa in cerca dei suoi libri.

Dal mio zaino tirai fuori il mio libro e il quaderno per iniziare

<<mi sono appena accorta di aver dimenticato i libri..>>

<<Che sbadata..>> Pensai

<<visto che la connessione della scuola va e viene, non ho voglia di perdere tempo. Dai vostri libri non riesco a seguire perché ho bisogno di averlo anche io a portata di mano, oggi parliamo di altro. Ve ne volevo già parlare ma non ho avuto occasione. Dell'America, qualcuno c'è mai stato o ci deve andare?>> ok è il mio momento, alcuni alzarono la mano tra cui io e chiamò prima me.

<<Jessica>> la abbassai

<<domani parto per l'America>> annuii

<<dove?>> disse andando ad accomodarsi alla cattedra, pronta ad ascoltare.

<<Los Angeles>>

<<per quanto tempo stai?>> manco un interrogatorio..

<<una settimana>>

<<quando torni ci racconti>> eh ti pareva. Accennai un si e chiamò gli altri.

Poi riprese a spiegare

La lezione finii. Abbiamo parlato delle varie differenze e tradizione diverse tra l'America e il Regno Unito. Ora mi aspettano altre cinque fottute ore di lezioni, per fortuna che oggi non ho il pomeriggio, è venerdì, non ho il rientrò al venerdì.

*la mattina dopo*

Mi sono svegliata col piede giusto oggi, non vedo l'ora di partire!

Mi sono svegliata alle 5:50 del mattino, mi sono alzata subito e sono andata a fare una doccia calda, durata circa 30 minuti. Farmi la doccia mi fa pensare tanto, fare film mentali e liberare dai pensieri.

Ritornai in camera per scegliere cosa mettere. Alla fine decisi di mettermi un maglione beige. un jeans chiaro e una cintura con scritto "jadore" con la posto della "o" un cuore. Come accessorio una borsa rosa spento.

Mi truccai leggermente e feci una mezza coda.

<<Jessica! Dai su che se no arriviamo tardi!>> urlò da sotto. Ora che guardo l'orario, sono le 6:30. Presi tutte le mie cose, valigia, zaino e borsa, e scesi giù per le scale.

Uscimmo di casa e andammo verso l'aeroporto.

Arriviamo, entriamo e andiamo nell'area controlli, ci abbiamo messo un po', c'era un sacco di fila!

Eravamo in sala d'attesa alle 7.30, il nostro aereo sarebbe arrivato alle 9.

Ci fecero imbarcare alle 8.30. Il nostro posto e verso infondo, sulla destra. Ero vicina al finestrino. Mi piace stare vicino al finestrino, mi piace guardare il paesaggio intorno a noi muoversi, mi fa pensare.

Finalmente partimmo, collegai subito i miei auricolari al telefono e feci partire la mia playlist di canzoni, un mix tra canzoni felici e quelle deprimenti. L'aereo prese il volo e non ero altro che felice, emozionata di visitare uno stato nuovo, una città nuova e persone nuove.

Tra tutti miei pensieri presi sonno e mi crolli tra il mio mondo e quello della musica.

*L'aereo sta per atterrare nell'aeroporto di Los Angeles, vi prego di incominciare a prepararvi per scendere dall'aereo*

Questa voce metallica mi svegliò. Iniziai subito a prepararmi, non vidi l'ora di scendere da quell'aereo e mettere piede in America, a Los Angeles.

*L'aereo è arrivato a destinazione, vi preghiamo di scendere dall'aereo. Grazie per aver viaggiato con la nostra compagnia*

Finalmente l'aereo si è fermato. Subito scesi dall'aereo sentii un'aria fresca accarezzarmi il viso, l'aria mattutina. Guardai dal mio telefono ed erano 6.20 del mattino, il sole stava sorgendo e tutte le macchine di fretta per andare a lavorare.

Usciamo fuori dall'aeroporto e in 15 minuti arrivò un taxi che ci portò all'hotel. Lo hanno scelto i miei quindi non so come sia.

Giungiamo nelle nostre camere, dopo il check-in e notai: alla fine era un appartamentino, molto carino direi. Ci accolse un salotto con un tavolo per pranzare, un divano molto grande di tessuto nero con isola e dei vari mobili e scaffali; più in là c'era una cucina abitabile moderna, stile che a mi fa impazzire, color grigio scuro e chiaro. Di questa stanza che sia la ciliegina sulla torta.

Mi sono diretta verso la mia camera, lungo un corridoio con un'altra camera e un bagno. Aprii quella che pensassi fosse la mia e ci avevo preso. Era abbastanza grande e spaziosa, con un letto a piazza e mezzo posizionato al centro della stanza, un armadio di legno su un muro, un comodino sul letto e sotto alla finestra una scrivania con una lampada.

Sistemai tutto nell'armadio, presi il mio pigiama e lo indossai, mi struccai e mi infilai subito nelle coperte, volevo dormire ancora.

Dopo circa dieci minuti crolli nel sonno.

La mattina dopo mi sveglio, alzai subito le tapparelle e aprii le tende, permettendo al sole di far luce e riscaldare la stanza con i suoi raggi accecanti.

Sono andata in salotto per avvisare i miei che non volevo fare colazione nell'appartamento, ma in un bar qui vicino che avevo visto quando stavamo venendo qui per alloggiare.

Mi andai a preparare, non mi truccai tanto e uscii di casa con il mio telefono, i soldi e i miei amati auricolare che ho messo subito appena uscita dall'hotel.

Arrivai al bar e ordinai un cappuccino per svegliarmi e un cornetto al cioccolato. Presi posto e in meno di cinque minuti ebbi già gli ordini sul tavolo.

Notai questo ragazzo incappucciato, col cappello e con gli occhiali che stava venendo verso di me

<<ciao! Posso mettermi qui con te? Ho visto che eri da sola e volevo farti compagnia..>> accettai e si sedette difronte a me. L'unica cosa che ho notato è che ha una voce che mi è familiare..

<<ti potresti togliere gentilmente gli occhiali? Giusto per vedere chi sei..non è che magari tu sia un maniaco e io non lo sappia..>> gli scappò un risolino. Anche quel sorriso, meraviglioso, stupendo, mi era familiare..

<<emh...perché ridi?>> chiesi un po' infastidita <<tranquilla non sono un maniaco, solo che non posso>> divenni triste, ci rimasi male, volevo sapere chi fosse..

<<ti prego!>> lo implorai facendo gli occhioni dolci, a cui nessuno può resistere. Si rassegnò e se li tolse, mi è venuto all'improvviso un attacco al cuore, tanto da farmi respirare affannosamente. Misi le mani davanti alla bocca e incominciai a piangere a dirotto. Ci alzammo in piedi e lo abbracciai più forte che mai. Per fortuna che in questo bar non c'è praticamente nessuno, la barista s'è andata nell'area privata. Era un perfetto momento per stare soli, io e Jace, con un forte contatto fisico. Avrei dovuto dare ascolto a Matilde, non so neanche io se sto vivendo un sogno o è tutto realtà.

<<ancora non ci credo che sei tu..>> Jace Norman, la mia crush famosa da quando ho iniziato a guardare Henry Danger, la chiamavo "la mia crush impossibile" ma sarebbe stato impossibile per me stare con lui.

<<già mi conosci? Ahah>> disse il ragazzo rifacendo quel sorriso, starei tutta la giornata a fissarlo.

<<si già ti conosco. Jace Norman, uno dei miei attori preferiti, una delle mie crush impossibili>> dissi questa rivelazione asciugandomi le mie ultime lacrime.

Abbiamo iniziato a parlare tanto, anche se metà delle cose già le sapevo.

<<da dove vieni?>>

<<dall'Italia>> mi sorrise

<<che bello! Vorrei andarci un giorno>> gli sorrisi addentando la mia brioches.

<<per quanto tempo stai?>> mi stupii della domanda, ho già fatto colpo..?

<<solo una settimana>>

<<solo?>> ripete com una vocina al quando carina.

<<si purtroppo>> abbassò la testa. <<sei triste?>> dissi ridendo.

<<si, mi stai simpatica, mi dispiace che parti subito>> mi fece tanto tenerezza, mi venne voglia di chiamare i miei per chiedere se noi potevamo rimanere di più, ma non voglio farli spendere troppo. <<tornerò qua presto te lo assicuro>> gli ritornò quel sorriso.

Appoggiai la mano sul tavolo gustando il mio sorso di cappuccino, sentii poi la mano calda, avvolta da qualcosa di grande e delicato. Alzai lo sguardo e Jace aveva posato la sua mano sulla mia. Il cuore iniziò a a battere all'impazzata, io ebbi caldo, ma molto caldo e dentro la mia pancia si creò uno stormo di farfalle.

<<ehi..>> carezzo il dorso della mia mano col suo pollice <<so che sei agitata, stai tranquilla, trattami come se fossimo amici>> accennai un si. Feci un sospiro e mi tranquillizzai. Vedo che ha funzionato

<<visto>> fu orgoglioso della sua impresa.

<<posso fare una foto alle nostre mani? Giusto per tenere la foto come ricordo se non ti incontrerò mai più..>>

<<certo, posso una anche io, sei davvero molto bella>> fate finta che io stia diventando rossa.

Ci siamo messi a fare e foto quando mi chiamò mia madre, doveva interrompere il momento più bello!

<<cavoli...è mia madre, devo andare..>> mi guardò dispiaciuto, cosa che mi fece stare male, si vede che si stava divertendo.

<<prima che tu te ne vada..volevi uscire con me domani..?>> gli diedi una risposta assolutamente affermativa, come potevo rifiutare una richiesta del genere!

<<allora ti lascio il mio numero>> prese il suo telefono e lo dettò.

<<grazie!>> ero emozionata, ho il numero di un famoso, del mio attore preferito, ancora non ci credo.

<<dove si trova il tuo hotel?>>

<<è qua vicino, si trova in via Hollywood Street, numero 52>>

<<va bene grazie! Ci vediamo domani!>> ricambiai il saluto e lo abbracciai prima che le nostre strade si divisero.

Volevo urlare, sclerare malissimo. Non penso che tutto questo sia un sogno, sono felice di tutto ciò. Ho iniziato alla grande questa vacanza e non vedo l'ora che si domani.

Tornai nell'appartamentino.

<<come mai ci hai messo tanto? Che hai fatto in tutto questo tempo?>>

<<mi sono fermata a parlare..>> dissi posando la giacca nell'appendi abiti

<<con Jace Norman!!>> dissi con un sorriso enorme.

<<chi!?>> era confusa.

<<Jace Norman! L'attore di Henry Danger>> da lįlì capì.

<<oh wow! Che incontro casuale!>> le diedi ragione

<<lo so! Mi ha chiesto anche di uscire!>>

<<quando uscirete?>>

<<domani, mi passa a prendere lui per le 4>> annuisce contenta.

Andai in camera mia saltellando come un coniglio.

Aprii la stanza e mi buttai sul letto, mi arrivo una notifica di whatsapp.

*Chat*

Jace❤️: ciao Jessica, giusto..?

Io: si

Io: che fai

Jace❤️: ripasso il copione, tu?

Io: scrivo col mio futuro marito😜

Jace❤️: 😂😂

Io: ah che ora vieni domani?

Jace❤️: ti passo a prendere per l'hotel per le 16

Io: ok, va bene...allora a domani..!

Jace❤️: si...ciaoo!!❤️

Io: 'ciaoo!!❤️'

Mi fa stare bene scrivere con lui, anche se due cazzate, mi migliora la giornata

Si fecero le 20 e ci prendemmo una pizza.

Bussano alla porta e va mio padre ad aprire, per poi rientrare con le pizze. Sentii già da lontano il profumo delle pizze, che non saranno mai come le nostre in Italia, ma sono buone lo stesso.

Finito vado in camera e ho scritto un messaggio a Sara che di sicuro avrebbe letto il giorno dopo.

Mentre guardo il telefono, penso come potrebbe essere l'uscita di domani ed è così che iniziarono i miei infiniti film mentali.

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